Pasquale De Lise direttore generale della nuova Agenzia creata per sviluppare strade e autostrade sembra davvero troppo. Agli ambientalisti, che non comprendono perché questo esecutivo non decida di abbracciare le infrastrutture del futuro: il trasporto pubblico, la rotaia, le autostrade del mare. All'opposizione dell'Italia dei Valori, che ricorda come il presidente del Consiglio di Stato sia (tutt'oggi) un uomo di Gianni Letta, un amico di Angelo Balducci (rinviato a giudizio per corruzione), un funzionario dello Stato a sua volta toccato dalle inchieste sulla Protezione civile 1. E anche pezzi del Pd - quello più giovane e movimentista - criticano la scelta del ministro delle Infrastrutture Corrado Passera.
Dice Angelo Bonelli, presidente dei Verdi: "La nomina di Pasquale De Lise 2 è quanto meno inopportuna. Gli interrogativi sui suoi rapporti con Angelo Balducci avrebbero suggerito una maggiore cautela da parte dell'esecutivo. Il rigore non può essere solo una categoria dei conti pubblici, ma deve essere applicata alle nomine".
Il senatore dell'Italia dei valori, Stefano Pedica, annuncia un'interrogazione parlamentare sulla questione: "La nomina di Pasquale De Lise è un passo falso per una politica di rigore,
di immagine trasparente e senza persone coinvolte in vicende giudiziarie. Il curriculum del De Lise degli ultimi anni ha fatto discutere comparendo sulle cronache della cricca Anemone-Balducci 3 in qualità di consultore di Propaganda Fide, gestore dell'intero patrimonio immobiliare della chiesa. Mi chiedo se è il caso di ratificare questa nomina". Il deputato Francesco Barbato, anche lui Idv, dettaglia: "Di Pasquale De Lise si è parlato a lungo durante l'inchiesta sulle grandi opere che ha scardinato la cricca della Protezione civile (in quell'inchiesta venne ascoltato anche l'avvocato Patrizio Leozappa, genero di De Lise). Non si comprende attraverso quale competenza un uomo che per 50 anni è stato nella magistratura amministrativa possa arrivare a guidare le infrastrutture nazionali. Colpisce come un personaggio che è stato al centro della giustizia amministrativa italiana per cinquant'anni, spesso in maniera opaca, sia considerato una risorsa anche da questo governo".
Chi ha seguito da vicino la vicenda del Salaria Sport Village, il centro sportivo preferito dalla Protezione civile bertolasiana, attacca. Ecco Riccardo Corbucci, giovane del Partito democratico: "Delle numerose pronunce del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato sul Salaria di Anemone, l'unica favorevole alla struttura è stata quella del Consiglio di Stato presieduto da De Lise. A lui, come da intercettazioni della Procura, gli imprenditori di Anemone chiesero un intervento per fermare un esposto di Italia Nostra".
Come può reggere un sistema in cui uno stenografo arriva a guadagnare quanto il re di Spagna? Sembra impossibile, ma è così. Senza il taglio del 10% imposto per tre anni da Giulio Tremonti per i redditi oltre i 150 mila euro, uno stenografo al massimo livello retributivo arriverebbe a sfiorare uno stipendio lordo di 290 mila euro. Solo 2mila meno di quanto lo Stato spagnolo dà a Juan Carlos di Borbone, 50 mila più di quanto, sempre al lordo, guadagna Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica: 239.181 euro.
Per carità, non «ruba» niente. Esattamente come Ermanna Cossio che conquistò il record mondiale delle baby-pensioni lasciando il posto da bidella a 29 anni col 94% dell'ultimo stipendio, anche quello stenografo ha diritto di dire: le regole non le ho fatte io. Giusto. Ma certo sono regole che nell'arco della carriera permettono ai dipendenti di Palazzo Madama, grazie ad assurdi automatismi, di arrivare a quadruplicare in termini reali la busta paga. E consentono oggi retribuzioni stratosferiche rispetto al resto del paese cui vengono chiesti pesanti sacrifici.
PARLAMENTO
Al lordo delle tasse e dei tagli tremontiani, un commesso o un barbiere possono arrivare a 160 mila euro, un coadiutore a 192 mila, un segretario a 256 mila, un consigliere a 417mila. E non basta: allo stipendio possono aggiungere anche le indennità. Alla Camera un capo commesso ha diritto a un supplemento mensile di 652 euro lordi che salgono a 718 al Senato. Un consigliere capo servizio di Montecitorio a una integrazione di 2.101, contro i 1.762 euro del collega di palazzo Madama. Per non dire dei livelli cosiddetti «apicali». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rapporti col Parlamento Antonio Malaschini, quando era segretario generale del Senato, guadagnava al lordo nel 2007, secondo l'Espresso, 485 mila euro l'anno.
"E 'Tecnico sul tavolo e scomparso PRG, Nella Qualità di Osservatore del PD per ricercarlo mi Tocca seguirne i Lavori. L'Tavolo Tecnico non SI riunisce da 2 SETTIMANE, Ricordo CHE E Stata Fatta solo DOPO UNA CC si Seduta del 6 settembre, colomba Praticamente SI e chiesto uno URGENTE parere dell'Avvocatura comunale. passata SONO 15 Giorni e il parere non e arrivato, per il Che vi Certo sapevamo epoca volontà della Maggioranza Politica di rallentare i Lavori Che il mio Dirigenti lo interessava, se un this Perdita di prestassero Veramente il tempo e il disarmo e allarmato. Mi appello al coordinatore del tavolo Bandiera affinchè solleciti acquisisca lo parere di posta elettronica breve tempo ENTRO se impegnative al convocar Più presto ha un Altra del tavolo Tecnico Seduta. Giancarlo Garozzo capogruppo del Consiglio Comunale al PD di Siracusa